
E fu notte. Scura densa e inscrutabile.
Da lontano si vedevano dei lampi. Bagliori di luce saettavano e disegnavano in cielo figure sconosciute.

Reggio incuriosito si incamminò e man mano si avvicinava le luci e i bagliori aumentavano.

Centinaia di persone scendevano dalle strade per vedere e capire cosa fosse.

Era Sandro che saldava a due mani una putrella di ferro.

Dall’altro capo la Iena con una mano torceva del tondino e con l”altra toccava il culo alla Francesca,

Ponzio Orsato smerigliava con due smerigli,

Christian segava, inchiodava e contemporaneamente verniciava assi di legno.

C’era una confusione tremenda: tutti lavoravano impazziti. Il cane della Silvia si montava Merlot.
Chicchio quando vide tanti fabbri insieme smise di brontolare, si inginocchio’ e rese grazie a Reggio.
Bice guardava dall’alto, ovviamente senza fare un cazzo!

Lavorarono tutta la notte ma all’alba finalmente l’arca era finita.
All’alba comincirono ad arrivare tutti gli animali: entravano a coppe. Due elefanti, due cavalli, due gatti, due lucertole, due Garau, ecc.

Comincio’ a piovere e fu il diluvio.